domenica 28 novembre 2010

Esiste?

Molte volte camminiamo per la strada chiedendoci se la prossima persona che incontriamo sarà interessante, se potrebbe essere lei che ci renderà felice, potrebbe essere la sua storia che si intreccerà alla nostra. Chi conosce lo strano gioco del destino, della casualità dei fatti? potremmo rincontrarla ad un semaforo, in un bar, oggi domani, tra un mese, tra 10 anni, ma ora ci è tutto stranamente e insopportabilmente nascosto.

quante volte ci siamo chiesti "Esiste davvero l'amore a prima vista?"

E ora seduta in cucina, mi rifaccio la domanda per la centesima volta. Mi passo le mani sul viso cercando di trovare invano una risposta alla mia domanda, ma niente, nulla, non la trovo, non capisco cosa accade, non capisco se i miei pensieri sono realtà o solo voglia di avere quello che non si può.

Momenti inaspettati, ecco sono sempre loro che mettono in crisi.

non c'è modo di prevederli, sono loro che non ti fanno studiare, che non fanno pensare ad altro, che rendono nervoso ogni movimento, che provocano quel malessere/benessere generale, che fanno sentire e percepire tutto rosa e poi tutto cupo da un momento all'altro, che eliminano completamente tutte le sicurezze, che rendono incerti, impauriti, inaspettatamente innamorati.

Il momento prima sei tranquilla, spensierata, pacifica, il momento dopo...il caos e NON SAI SPIEGARE IL PERCHE'.

Vedi, guardi, osservi, e capisci dopo la prima parola che ti fa battere il cuore, lo fa battere davvero. Scruti per capire cosa è quel qualcosa che finora non avevi trovato e neanche qua..alcuna risposta.

Mi sarei presa a calci da sola, ma non calcetti, grandi botte...ero immobilizzata in quella condizione, talmente spaventata da risultare stupida e penosa..e non ho fatto niente, nulla, bianco, vuoto..

avrei solo voluto chiedergli un sacco di cose...

Esiste?

Molte volte camminiamo per la strada chiedendoci se la prossima persona che incontriamo sarà interessante, se potrebbe essere lei che ci renderà felice, potrebbe essere la sua storia che si intreccerà alla nostra. Chi conosce lo strano gioco del destino, della casualità dei fatti? potremmo rincontrarla ad un semaforo, in un bar, oggi domani, tra un mese, tra 10 anni, ma ora ci è tutto stranamente e insopportabilmente nascosto.
quante volte ci siamo chiesti "Esiste davvero l'amore a prima vista?"
E ora seduta in cucina, mi rifaccio la domanda per la centesima volta. Mi passo le mani sul viso cercando di trovare invano una risposta alla mia domanda, ma niente, nulla, non la trovo, non capisco cosa accade, non capisco se i miei pensieri sono realtà o solo voglia di avere quello che non si può.
Momenti inaspettati, ecco sono sempre loro che mettono in crisi.
non c'è modo di prevederli, sono loro che non ti fanno studiare, che non fanno pensare ad altro, che rendono nervoso ogni movimento, che provocano quel malessere/benessere generale, che fanno sentire e percepire tutto rosa e poi tutto cupo da un momento all'altro, che eliminano completamente tutte le sicurezze, che rendono incerti, impauriti, inaspettatamente innamorati.
Il momento prima sei tranquilla, spensierata, pacifica, il momento dopo...il caos e NON SAI SPIEGARE IL PERCHE'.
Vedi, guardi, osservi, e capisci dopo la prima parola che ti fa battere il cuore, lo fa battere davvero. Scruti  per capire cosa è quel qualcosa che finora non avevi trovato e neanche qua..alcuna risposta.
Mi sarei presa a calci da sola, ma non calcetti, grandi botte...ero immobilizzata in quella condizione, talmente spaventata da risultare stupida e penosa..e non ho fatto niente, nulla, bianco, vuoto..
avrei solo voluto chiedergli un sacco di cose... 

lunedì 22 novembre 2010

Profumo di Natale

Novembre 2010, e Dicembre è alle porte.
Dicembre è sinonimo di neve, freddo, gelo polare, sciarpe chilometriche, scarpe imbottite, guanti, coperte pesanti, creme anti-screpolatura e cappelli.
Ma è anche sinonimo di Natale, e non c'è niente più bello del Natale.
Come se non fosse abbastanza chiaro... io adoro il Natale.
La messa a Mezzanotte, i regali, il pranzo con i parenti, il fuoco acceso in salotto, le stesse canzoni che si ripetono almeno una dozzina di volte durante la giornata...
E l'atmosfera.. l'atmosfera natalizia è magica, è coinvolgente, è meravigliosa.
"A Natale sono tutti più buoni" è la classica frase di rito, anche se io non ci credo tanto.. preferisco credere che il Natale avvicini le persone, permetta loro di sorridersi una volta di più, di scambiarsi degli auguri sinceri, di rivedere parenti dei quali non ti ricordi nemmeno il nome..
Questo sarà il mio primo Natale da universitaria, ma credo (e spero) di non pensare all'Università in quel giorno, spero di potermelo godere fino in fondo..
Adesso non mi resta che dare inizio alla caccia ai regali, prima che me li rubino tutti!

giovedì 18 novembre 2010

"ricordi sul comodino"

Ci sono dei giorni in cui potrei stare tutto il tempo a fissare fuori dalla finestra e ascoltare solo i miei pensieri che passano veloci e confusi nella mia mente, saltno da un momento all'altro della mia vita, da quando avevo solo 6 anni a quando ne ho compiuti 23, da quando sono andata in discoteca per la prima volta a quando invece mi sono ritrovata a vivere lontana da casa iniziando l'università, da quando andavo alle scuole elementari e dicevo "se parli con lei non sei più mia amica" a quando gli amici me li scelgo perchè gli voglio bene, da quando ho dato il mio primo bacio ad ora che sono già più di 5 anni che sono fidanzata.
Ci sono dei giorni in cui i ricordi riaffiorano nella mia testa riaccendendo quei momenti e facendomeli rivivere in pochi secondi, facendomi provare, anche se mille volte meno, quelle emozioni e quelle sensazioni che in quei momenti ho sentito forti, sensazioni belle, brutte, tristi e felici.
Ci sono dei giorni in cui questi momenti mi mancano, sento la nostalgia degli attimi già passati e che forse non potranno più tornare, penso alle esperienze che mi hanno fatta arrivare fino a qui, alle persone che ci sono state, a quelle che non ci sono più, a quelle lontane, a quelle invece che hanno camminato insieme a me e che sono ancora con me, a quelle persone che hanno fatto solo una piccola comparsa nella mia vita ma che hanno lasciato il segno e anche a quelle che se non mi sforzo non ricordo nemmeno, a quelle di cui invece non ho potuto fare a meno e a quelle a cui ancora non posso rinunciare.
Ci sono dei giorni in cui penso a quando avevo 6 anni e giocavo con la mia sorellona in giardino, a quando aspettavamo con ansia la mamma che tornasse dal lavoro, a quando giocavamo con le barbie e a quando invece ci immaginavamo di essere i protagonisti dei cartoni animati.
Ci sono dei giorni in cui invece penso ai momenti con la mia famiglia, a quando si andava in vacanza tutti insieme, a quando abbiamo cambiato casa, a quando si litigava e succedeva il finimondo, a quando invece si stava seduti a suonare la chitarra e a cantare.
Ci sono dei giorni in cui invece penso a me, a quando ho iniziato a crescere e ho iniziato a uscire con gli amici, a quei periodi in cui ogni giorno ero "innamorata" di un ragazzo diverso, a quel periodo in cui le mie amiche erano tutto ma alla prima occasione erano cancellate, a quando andavo a scuola e ne combinavo di tutti i colori, a quando litigavo con i professori.
Ci sono dei giorni in cui penso al bene che ho voluto a tante persone, al bene che c'è ancora a quello che un pò è sparito, agli amici importanti che per qualche motivo non sono più così e a quelli che invece hanno il mio affetto infinito, ai ragazzi che mi hanno fatto perdere la testa, a quelli che sono durati solo qualche giorno o qualche mese, a quelli che nemmeno ricordo bene e quelli che invece hanno lasciato la loro firma, a quelli che mi hanno dato tanto e a quelli che (come si dice tra le amiche) vengono attaccati sul "muro degli orrori/errori".
Ci sono giorni in cui penso alla mia storia, a quella storia che dura da tanti anni, a come è iniziata un pò per "sbaglio" e a come si è rivelata una cosa tutt'altro che sbagliata, ai momenti meravigliosi e alle lacrime che ho speso, alle emozioni dell'inizio e a quelle di ora, ai momenti indimenticabili.
Ci sono dei giorni in cui mi capita di guardarmi intorno e accorgermi che sono circondata da piccole cose legate a tutti questi momenti; un coniglio sul letto, un pallone giallo con le scritte, un braccialetto che non userei mai, una sciarpa di un concerto, un cioccolatino che risale a non so quando, una collanina, delle foto al muro, un anello...tutte cose che appena vedo mi fanno sorridere e mi fanno rivivere per un attimo il tempo passato.

sabato 13 novembre 2010

sos paturnie!

È la prima volta che durante il mio indaffarato fine settimana riesco a fermarmi un momento a pensare.
Penso alla vita che sto facendo, alle cose che ho, a quelle che non ho, a quelle che vorrei e a quelle che ho avuto e ora mi mancano.
Parlo di cose, momenti, persone, parlo di tutte quelle cose che ti rendono felice, triste, allegro, impaurito, pensieroso, parlo anche di quelle cose che ogni tanto ti fanno venire le paturnie.
Si, le paturnie non sono sinonimo di tristezza, le paturnie sono quella strana sensazione che ti viene da dentro, che senti nello stomaco, che sembra renderti pesante, “quella strana paura di non so che” come diceva la splendida Holly in “colazione da Tiffany” . Holly diceva il vero! Le paturnie sono esattamente quella strana sensazione di sgomento che ti viene all’improvviso, che non puoi evitare, ma che non sai come far passare visto che non sai esattamente qual’è la sua natura…penso che almeno una volta nella vita tutti abbiano avuto un incontro ravvicinato con le paturnie e sicuramente i modi per farle passare sono tanti quanti le persone che le hanno avute. Ogni persona ha il suo modo personale di far fronte a questi momenti, dal più comune al più strambo, al più “costoso”, al più impulsivo. Io, come tante donne, penso che non ci sia niente di più efficace che uscire e comprare un nuovissimo paio di scarpe, che forse verrano usate soltanto quella sera, ma questa è la miglior medicina. Un nuovo paio di scarpe, magari di un colore acceso, rosso, giallo, viola, che ti faccia sentire bella e forte, al centro dell’attenzione, osservata e commentata, che ti faccia abbassare il viso, osservare il tuo nuovo acquisto e dire: “waw, questo è stile” . Le mie paturnie magicamente scompaiono nel momento in cui indosso un paio di stivali o di decoltè nuove di zecca.
In realtà devo essere sincera e penso che la gente sappia la vera natura delle paturnie ma la maggior parte, me compresa, preferisce far finta di non sapere e colmare la sensazione di vuoto in qualche modo alternativo.
Prima o poi, come è giusto che sia, tutti ci troveremo ad affrontare i nostri fantasmi; una sola cosa mi sto ancora chiedendo: ma le paturnie sono bene o sono male? Come si fa a vivere senza paturnie? In fondo anche se sono una sensazione negativa sono comunque una sensazione e provare emozioni e sensazioni è bene, quindi forse anche le paturnie sono bene…
beh in ogni caso oggi un salto alla scarperia forse lo faccio...

venerdì 12 novembre 2010

Le cose semplici sono le più belle...

"E le cose semplici sono le più belle... sono quelle che alla fine sono le più grandi..."

Quante volte mi sono sentita ripetere questa frase!
L'ho sentita fino alla sfinimento, l'ho ascoltata, l'ho fatta mia e ogni tanto mi chiedo se effettivamente corrisponda alla realtà.
Siamo veramente capaci di accontentarci delle piccole cose?

Siamo tutti proiettati verso la ricerca della felicità, felicità fatta di rapporti solidi con persone che amiamo, felicità nel lavoro, nello studio, in noi stessi, in ciò che facciamo.
Nel mio piccolo, penso che pochissime persone si sentano "arrivate" e pienamente soddisfatte.
E io sono la prima. Ogni volta che porto a termine qualcosa, mi sento bene, mi sento libera e orgogliosa, ma questa sensazione è destinata a durare pochi minuti, per poi lasciare spazio ad altri pensieri e ad altre conquiste da raggiungere.
Tuttavia, penso che ci siano delle cose, dei gesti, anche piccoli piccoli, che ti regalano l'immenso anche se non ti senti felice ne soddisfatto, anche se ti senti abbattuto perchè quella conquista non l'hai ancora raggiunta.
Mi riferisco ad un sorriso, ad un abbraccio, ad una risata vera, di quelle che ti lasciano il mal di pancia quando finiscono...
Mi riferisco ad un messaggio inviato da colui/colei che speravi si ricordasse di te, ad uno squillo sul telefonino, ad una e-mail, giusto per farti ricordare che non sei solo...
Mi riferisco ad un "come stai" chiesto con vero interesse e non per convenienza e situazione, ad una telefonata inaspettata, ad uno sguardo, ad un appuntamento tanto sperato, ad un semplice pensiero.
Mi riferisco a quella canzone che ogni volta ti strappa una lacrima, a quella poesia che conosci a memoria, a quegli aforismi che credi ti rispecchino, a quel libro dove ti senti la protagonista...
Mi riferisco ad una foto scattata con quell'amico che adori, ad un bacio, ad un profumo, ad un fiore, ad una lettera, al rumore del mare...
Mi riferisco a casa, che ti sembra sempre più accogliente ogni volta che ci ritorni...
Mi riferisco alle nuove e alle vecchie conoscenze, ad una cioccolata calda, ad un regalo fatto con tanto piacere...

Forse la vita della maggior parte delle persone è ricca di queste cose, che sembrano tanto piccine, ma che adoro e che (per fortuna) occupano gran parte delle mie giornate...

martedì 9 novembre 2010

voglio vivere a colori

Seduta al tavolo della nostra saletta, cercando di studiare, la mia attenzione e la mia voglia di continuare a leggere un libro che parla di diagnosi erano talmente forti che mi sono incantata ad osservare i miei coinquilini. Altri 5 ragazzi a cui si poteva leggere la stessa mia motivazione negli occhi, alle prese con libri di ogni genere, di ogni dimensione, di ogni colore, che trattano tutti di argomenti diversi l'uno dall'altro.
Diversi gli argomenti dei libri come diversi siamo noi 6 ragazzi di Via Rezzonico. Si, sono tante le cose che ci differenziano l'uno dall'altro, ma la sintonia che regna in questa casa a volte sembra quasi magica...
Siamo tre ragazze e tre ragazzi con abitudini differenti, orari differenti, interessi differenti e storie differenti; anche noi, come i libri, abbiamo forme e dimensioni che ci distinguono e, pensandoci, potrei dire che siamo diversi anche nel colore.
Potrei infatti assegnare un colore ad ogniuno di noi, un colore che indica il nostro carattere, il nostro stile di vita, il nostro essere in ogni situazione.
Grigio è il colore di chi non è ne chiaro ne scuro, di chi è presente ma non troppo, di chi si fa coinvolgere ma è anche spettatore, di quello di noi che è calmo ma all'occorrenza si accende, forse di quello più misterioso, più riservato ma che nasconde qualcosa di più, grigio è il colore del cielo prima e dopo una tempesta, di quel cielo che ti mette un pò di paura ma anche tanta tranquillità.
Verde è il colore delle foglie in estate, del bosco, del cuscino coccoloso che ho sul letto, verde è il colore di quello più possente, di quello più forte, di quello più speranzoso ma anche di quello più fragile e più sensibile, di quello con tanta energia ma anche di quello un pò lunatico e testardo.
Blu come il mare, come il cielo, come la copertina che metto sul letto quando ho freddo, blu è il colore dello stile di vita del ragazzo più calmo, più tranquillo, troppo lento anche quando si va di fretta, quello che non si arrabbia mai e anche se si arrabbia lo fa sorridendo, blu è il colore di quello che è sempre presente, di quello tanto tenero.
Viola, il viola è sicuramente lei, quella più seria, più diligente, più organizzata, più "grande" di tutte, il viola è un colore elegante, serio, il viola è il colore dei piatti dell'ikea che lei vuole usare anche se tutti gli altri vorrebbero quelli di plastica per evitare di lavarli, il viola è anche il colore dei ciclamini, delle violette, di quei fiori così belli e profumati che mettono armonia e allegria.
Rosa è la nuova arrivata, quella ancora piccolina, quella ancora un pò indaffarata a capire come funzionano le cose, il rosa è il colore della giovinezza, dell'ingenuità, della semplicità, rosa sono le bambole, ma di sicuro lei non è rosa pallida, lei è un pò fucsia, fucsia come il mio cappellino molto sbarazzino comprato in un momento di euforia, si lei è decisamente tendente al fucsia, sorridente, allegra e vivace.
Gialla è l'ultima inquilina, quella sempre attiva, quella esuberante, solare, rompiscatole, giallo è il colore del sole ma anche delle api, giallo è il colore della persona che porta buonumore ma anche uragano, irrascibile, testarda, giallo è il colore delle rose quando manifestano gelosia ma anche dei girasoli che guardano la luce.
Difficile far vivere in armonia tutti questi colori, richiede impegno e fatica ma comunque dopo la tempesta l'arcobaleno torna sempre.
Avevo iniziato a scrivere questo post perchè volevo raccontare del mio coinquilino che ha cercato di mungere uno scatolino di succo ma questa sarà un' altra storia.

sabato 6 novembre 2010

la domenica mattina

C'è un dolce profumino che arriva dalla cucina. Fuori la tipica temperatura di Padova a novembre e la voce di Bruce Sprinsteen. qualcosa mi riporta indietro di qualche anno quando sapevo che di là, in cucina c'era mia madre che iniziava a preparare qualche buon pranzetto per il pranzo della domenica, e lo capivo appena aprivo gli occhi, sentivo qualche profumo in lontananza, qualche rumore di piatti e pentole, e anche l'odore di sigaretta che veniva dal salone. Ecco, in quel momento capivo felicemente che era domenica e che ero a casa mia, e che c'erano due genitori fantastici che mi aspettavano per darmi il buongiorno.
Adoravo tremendamente quegli attimi, ancora un po' assonnati, ancora un po' sognanti.
Il calore della casa, della tua casa la domenica mattina, quando ancora Elisa stava li con noi, quando ancora eravamo quattro, quando ancora facevamo colazione tutti attorno al tavolo con latte e kellog's..e non con cappuccio e brioches, quando ancora c'era tempo per ridere, per prendere un po' in giro nostra mamma, per stare tutti seduti sul divano, e qualche musica che sceglieva papà. Lui che nel suo non parlare esprimeva tutto quello che noi volevano sentire, lui che un suo sorriso era la cosa più dolce e bella che potesse donarci, lui che quando parlava lo faceva per bene. lui che con un cenno ci faceva capire che ci voleva bene..che eravamo felici, tutti e quattro.
esiste ancora tutto questo, esiste eccome.. solo che è dosato a pochi momenti l'anno.
Mi piace risentire quelle sensazioni della domenica mattina di molti anni fa in qualsiasi posto io mi trovi. Mi piace riprodurre il calore di mia mamma che mi fa trovare la colazione pronta, mi piace far finta di sentire papà che da lontano mi sgrida perchè ho lasciato qualche luce accesa, mi piace ricordare quando mi grattava la schiena, ma soprattutto mi piace sapere che quell'amore c'è ancora, un po' qua e un po' là...
vado..la torta si sta per bruciare...mia mamma non l'ha mai fatta bruciare...

giovedì 4 novembre 2010

diritto alle scarpe

"HO SCARPE OVUNQUE"...la mia compagna di stanza ha appena pronunciato questa frase, in piedi davanti al suo letto, con lo sguardo un pò perso che sembrava volesse dire: "da dove comincio a riordinare?"
Io mi sono fermata a guardarla e ho accennato a un sorriso e guardandomi intorno ho pensato che in realtà la nostra cameretta rispecchia magicamente quello che siamo, quello che proviamo e quello che stiamo vivendo in questo preciso momento della nostra vita...non è ne troppo disordinata ne troppo in ordine, è una via di mezzo dove i mobili stanno esattamente dove devono stare ma tutto il resto è confuso, lasciato un pò qua, un pò là senza avere un posto rigorosamente assegnato. In tutta questa baraonda, le scarpe sono una componente essenziale, direi la più significativa; le scarpe sono quelle piccole cose che possono passare inosservate ma che posso avere anche la facoltà di cambiare totalmente l'immagine di una persona, possono rovinarsi se bagnate dalla pioggia, possono rompersi se il tacco trova un ostacolo, ma possono anche essere riparate con l'aiuto di qualcuno che lo sa fare, che l'ha già fatto altre volte; possono avere mille colorazioni e sfumature diverse, possono essere eleganti o sportive, ci sono quelle di tutti i giorni e quelle di una sola sera, possono piacere a tanti o solo a te; possono essere economiche ma durare una vita oppure costose ma alla prima storta sono da buttare, possono essere quella cosa che compri per esigenza o che compri per piacere personale, per darti una consolazione nei momenti tristi.
Insomma le scarpe sono quelle componenti piccole ma essenziali per dare senso a tutto l'insieme della figura, se sono sbagliate, tutta l'immagine risulterà distorta e non armoniosa.
Le scarpe rappresentano tutto ciò che va e viene nella vita di una persona, le emozioni, le persone stesse.
I mobili ti danno quella splendida sicurezza di cui tutti hanno bisogno e che tutti meritano, ma sono le scarpe che hanno il potere di rendere la camera tranquilla e orinata...
...Oggi è il mio compleanno quindi regalatemi un nuovo paio di scarpe...

Un giovedi pomeriggio

E' bellissimo... è bellissimo quando, in mezzo al caos frenetico della città e della gente che va e che viene, ti ritagli un momento per te stessa.
Ti guardi intorno e pensi: e tutta questa gente? Da dove viene? Dove finirà? Cosa fa nella vita?
E tu? Tu cosa farai nella vita?
La risposta dovrebbe essere semplice, dovrebbe essere instintiva.
Eppure non arriva. Rimani perplessa e ti nascondi dietro un pensiero. La verità è che la risposta non c'è, non può esserci a vent'anni. Può solo esserci la speranza di diventare ciò che sogni di diventare.
Qualcuno mi direbbe: alla tua età ancora sogni? Ma non ti vergogni?
No, non mi vergogno. Ormai è difficile credere ancora nei sogni, però non me la sento di rinunciare, perchè sognare è meraviglioso, soprattutto se sogni ad occhi aperti.
Non diventerò la principessa che sognavo di diventare all'asilo, questo è sicuro.
Però prima o poi troverò la mia strada, e sarà quella giusta.

compleanni comuni

3 novembre 2010. Eccoci, seduta su una sedia molto comoda, mi concedo dieci minuti solo per me.
Probabilmente è troppo tempo che non mi alleno a scrivere, trovo difficile farlo ora,quindi, qui sulla scrivania di casa rezzonico,scriverò banalità banalmente, ma arriverò alla fine, almeno per inaugurare il primo foglio su questo nostro blog.
E' il compleanno della Vale. Cena a casa, noi sei e la Saretta, una buona cena e un po' di risate è quanto basta per trasformare una normale serata di novembre in attimi felici, degni di un paio di foto scattate d'improvviso..o quasi!!
ho sempre pensato che i compleanni semplici siano sempre i migliori, niente locale, niente inviti ufficiali, niente di così tremendamente esagerato, ma solo sorrisi e una torta con la candelina che non deve mancare. Avrà espresso un desiderio? è questo che mi chiedo ogni volta che guardo qualcuno spegnere una candelina. attorno a tutte quelle persone che aspettano il momento per battere le mani, come si fa a concentrarsi sui propri desideri?
che cosa chiedono? il momento più difficile ma più misterioso ed affascinante..ti estranei, ti prendi 7 secondi per passare in rassegna quello che hai e quello che non hai ma che vorresti, 7 secondi per sperare nel non ancora successo, 7 secondi per chiedere serenità,7 secondi per sperare,7 secondi per capire, 7 secondi per ricordare 7 secondi per sognare, 7 secondi per chiedere l'amore che si merita; questa è la mia verità sui compleanni.
Auguri Vale